Etica e Risiquette

Risiquette: è una sorta di galateo, un fair play del RisiKo! che si basa soprattutto sull’educazione e sul rispetto del tempo altrui.

All’interno del complesso ambito che lega le sfere di fair play e competitività, la comunità ludica di RisiKo! ha individuato alcuni comportamenti regolamentari, ma antisportivi.

  • Eliminazione di un avversario: questa azione, compiuta senza alcuna necessità (ovvero anche senza una motivazione strategica) è un comportamento antisportivo che la comunità ludica condanna. Però è anche vero che se tale avversario possiede delle carte ed è potenzialmente eliminabile, non farlo significa rischiare di lasciare quelle carte ad un altro giocatore che, al suo turno, lo farà.
  • Fare mondo: significa vincere eliminando tutti gli avversari dalla plancia. Questa condotta di gioco è utile solo per abbassare il punteggio degli avversari, infatti se si fa mondo lo si fa per soddisfazione personale, perché si desidera manifestare il proprio strapotere o per rivalsa. In ogni caso, è considerata un’azione antisportiva e contraria ai principi del fair play perché significa prolungare inutilmente l’agonia dei propri avversari. In questo caso si sta evidentemente abusando del tempo degli avversari.
  • Tilt (suicidarsi): quando la partita si mette male, bisogna cercare di fare comunque del proprio meglio e conservare una condotta di gioco neutra. Pertanto non è opportuno falsare la partita con attacchi sconsiderati nel tentativo di autodistruggersi e sperando nell’eliminazione, perché questo significa alterare gli equilibri di gioco senza scopi strategici e con il rischio di compromettere il piacere di giocare a tutti. In questo caso, sebbene la vittoria molte volte sia addirittura impossibile, si consiglia di cercare di darsi come obiettivo comunque il miglior risultato possibile stante le variabili sulla plancia; in alcuni casi ciò avviene solo con la minimizzazione dei danni. Nel momento in cui tutti i giocatori, indipendentemente dal risultato, stanno giocando al massimo del loro potenziale, anche in condizioni di evidente ed estrema difficoltà, siamo sicuri che non ci saranno effetti kingmaker e che nessun giocatore verrà avvantaggiato da un atteggiamento rinunciatario o addirittura come in questo caso, suicida. Il fatto di avere poche o nulle possibilità di vittoria, non implica disinteressarsi dell’esito finale della partita. Anche in questo caso, se si compie il tilt, si sta evidentemente abusando del tempo degli avversari, dal momento che questa scelta potrebbe favorire irreversibilmente un giocatore annullando le possibilità di vittoria anche degli altri giocatori.
  • Quit: abbandonare il gioco sulla piattaforma online viene considerato un’azione altamente antisportiva, poiché anche questa altera gli equilibri del gioco, ed è un comportamento che viene sanzionato dall'Arbitro Ufficiale (per quanto concerne i Tornei Ufficiali online) e dal Collegio Arbitrale del RCO Metarisiko (nell'ambito delle partite e tornei ricompresi nella sua giurisdizione). Il quit online è paragonato infatti all’abbandono del tavolo live ed è una violazione grave del regolamento. Online viene sanzionata con il colore del carro, che distingue i quittatori seriali, e con la preclusione di accedere in caso di inaffidabilità alle partite di Torneo Ufficiali. L’abbandono del tavolo live comporta la squalifica dall’intero torneo in corso e anche sanzioni future. In RCO Metarisiko, le sanzioni vengono applicate in maniera progressiva ed eventuali molteplici recidive possono portare anche a sospensioni temporanee o addirittura definitive dalle attività del Club. Anche in questo caso la gravità è data dalla probabile alterazione degli equilibri sulla plancia e dal mancato rispetto del tempo degli avversari.
  • Cooperazione influenzata da simpatia o amicizia: se si coopera maggiormente con un giocatore piuttosto che con un altro, non per motivazioni tattiche, ma solo perché è amico o è simpatico, si compie una scelta di gioco sleale. Se la collaborazione è dovuta ad un accordo palese è addirittura illecita.
  • Alterare gli equilibri in plancia (kingmaker): favorire o contrastare un avversario, senza nessun fine strategico, per questioni personali non legate al proprio obiettivo è scorretto. Anche di fronte all’evidenza di non poter vincere, ci sono giocatori che si comportano da kingmaker attaccando intenzionalmente un avversario solo per danneggiarlo o per favorirne un altro. Per dissimulare questo atteggiamento quel giocatore compie anche altri attacchi, magari meno significativi, in altre zone della plancia. Questa è una condotta di gioco antisportiva dominata spesso da aspetti psicologici irrazionali legati ad aspetti quali la rivalsa o la vendetta nei confronti di un avversario ritenuto un nemico a priori, che non tiene conto dello scenario in plancia.
  • Commentare le azioni di gioco: dare indicazioni di gioco, verbalmente in ambito live o scrivendo nella chat in ambito online, è una condotta palesemente antisportiva. Infatti, ciò che accade in plancia è una valutazione personale che ogni giocatore è in grado di esaminare (ovviamente dal suo personale punto di vista), ma rimane un'azione scorretta quando viene portata a loro conoscenza nel tentativo di influenzarli. Anche questo comportamento viene sanzionato dall'Arbitro Ufficiale (se i commenti avvengono dopo che un giocatore ha premuto il tasto silenzio) e dal Collegio Arbitrale del RCO Metarisiko, poiché in ogni partita vige il regime di silenzio strategico sin dall'inizio della partita.
  • Condotta di gioco arrogante: è un comportamento ineducato, dunque contro il fair play ed è, spesso, una conseguenza del punto precedente. Ovviamente si tratta di un aspetto anche questo sanzionabile dall'arbitro. Questo atteggiamento, magari accompagnato dal fatto che il giocatore che lo mette in atto si reputa un esperto del gioco, fa salire in cattedra e fa emettere sentenze, giudicando le azioni degli avversari e dividendo le scelte di gioco giuste da quelle sbagliate. Spesso, in tali casi, gli avversari inesperti non reagiscono perché intimoriti o bloccati da dichiarazioni tecniche delle quali non hanno profonda conoscenza. Un giocatore esperto però, prima di tattiche e strategie, dovrebbe trasferire valori come la condivisione, il rispetto e la lealtà. Pensare di vincere perché si mette all’angolo l’avversario con un atteggiamento aggressivo è una modalità che sconfina ampiamente gli ambiti del fair play (o della sportività).
  • Stare fermi se non si ha possibilità di vincere: per approfondire questo aspetto leggere il paragrafo nel capitolo Spirito del gioco e sportività intitolato Punti ranking.

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