PREFAZIONE

L'EQUILIBRIO COME CHIAVE DEL GIOCO

Confesso che quando ho accettato di scrivere questa prefazione non ero consapevole dello sviluppo raggiunto dalla teorizzazione del gioco del RisiKo!

A sorprendermi è stata in particolare la comprensione che ho trovato nei testi presenti nel sito Metarisiko riguardo a quello che viene definito come equilibrio e che ritengo rappresenti la chiave del gioco e l’elemento che ne ha decretato il grande successo, oltre a creare non pochi problemi nella gestione arbitrale delle partite in presenza.

A pochi sfugge che il RisiKo! è fondato su due elementi: comprensione della situazione reale delle forze in campo e psicologia dei giocatori. Si vince o si perde non a seguito delle proprie decisioni quanto per il complesso delle scelte fatte da tutti i partecipanti alla partita. Ambedue gli aspetti che ho indicato sono soggetti a condizionamenti in forme più o meno esplicite, rappresentate nel gioco in presenza da elementi della conversazione, esclamazioni, occhiate e occhiatacce, grida di stupore, gesti di stizza, tutto un armamentario di atteggiamenti che i giocatori esperti utilizzano per condizionare le mosse degli avversari e, in ultima analisi, convincerli a combattersi tra di loro.

Un ottimo riferimento per la gestione di questo contesto espressivo è dato dal poker, nel quale le regole a protezione dell’autonomia decisionale dei partecipanti sono particolarmente rigorose e consolidate, con obblighi di risposte immediate e punizione dei bluff di parola, ossia dei condizionamenti psicologici effettuati con modalità diverse da quelle previste dal gioco. Quando l’azione diretta sui comportamenti degli altri viene inibita, la sequenza dei comportamenti nello sviluppo della partita va a costruire la figura del giocatore e caratterizzarla di fronte ai rivali.

Nel gioco telematico anche il RisiKo! induce dunque ogni giocatore a crearsi una personalità specifica, attraverso l’utilizzo accorto delle mosse di gioco, posizionamento delle nuove armate, attacchi, spostamenti, gioco della carta, che se consapevole può rivelarsi utile nel corso della partita. Un investimento iniziale in aggressività, in determinazione nel rispondere all’invasione dei propri territori, anche oltre quella che sembra la convenienza immediata, può essere prezioso in seguito, sconsigliando attacchi successivi in momenti più delicati. Al contrario, un atteggiamento di prudenza apparentemente eccessiva può indurre qualche avversario a scoprirsi, a rinunciare a schieramenti difensivi altrimenti giudicati indispensabili, nella convinzione che le probabilità di venire attaccati da quella parte siano molto ridotte.

Naturalmente tutto ciò ha senso solo in un contesto di giocatori di livello elevato, capaci di leggere la plancia in modo corretto e quindi di riconoscere la natura delle scelte e di interpretarle nel loro significato tattico. Qui si entra nell’ambito delle grandi abilità di gioco, delle sottigliezze, dell’apprezzamento dei piccoli segnali e del discernimento del loro significato profondo. Il rifiuto di un attacco in apparenza favorevole da parte di un buon giocatore è sempre frutto di un calcolo, il difficile è scoprire quale esso sia stato, dato che si può andare dal timore di pagare una conquista oltre il suo valore in un dato momento della partita all’intento di non logorare un avversario con il rischio di compromettere l’equilibrio della plancia a proprio sfavore lasciando campo libero a chi si trova in vantaggio. L’abilità consiste nel riuscire a trasmettere attraverso l’insieme delle mosse fatte un messaggio, dosandone la chiarezza e la trasparenza.

Non posso infine esimermi da una riflessione a margine, in favore del gioco a due, non previsto dal regolamento, che io giudico molto gratificante. Alla base della sua stessa possibilità di esistenza sta il meccanismo che si usa per riequilibrare il vantaggio enorme che ha il giocatore primo a muovere. Come negli scacchi del resto. Penso si possa scegliere fra modalità diverse, quella che uso io è concedere un numero progressivo di attacchi partendo da zero. Il primo giocatore riceve le armate di rinforzo, ma non può attaccare; il secondo riceve le armate, ma può effettuare un solo attacco; alla sua mossa il primo può effettuarne due e così via. Il vantaggio sta dalla parte del secondo giocatore, per via delle carte che riceve, ma non è sicuro che siano quelle giuste. L’obiettivo nel gioco a due può consistere solo nella conquista del mondo. Le partite sono molto interessanti, ferocemente agguerrite e dall’esito imprevedibile.

Che bel gioco, il RisiKo!

Prefazione scritta da Sergio Valzania mercoledì 28 dicembre 2022.


Giornalista, autore televisivo e storico italiano. Tra le sue innumerevoli pubblicazioni, ricordiamo Strategia e tattica nel RisiKo! [Sansoni Editore, 1985] con la prefazione di Emilio Ceretti, fondatore della Editrice Giochi.

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