Cosa sono le euristiche

Il concetto fu originariamente introdotto da Herbert Simon, laureato e Premio Nobel per l'economia. Egli diceva che l'essere umano opera all'interno della razionalità limitata. A questo proposito coniò il termine satisficing, il quale denota una situazione dove gli individui che cercano soluzioni ad un determinato problema, si ritengono soddisfatti di risposte sufficientemente buone per i loro fini, nonostante queste soluzioni non siano realmente ottimizzate.

Altri teorici sostennero, successivamente, che i singoli individui si basano sulle euristiche in modo adattivo: ignorare una parte delle informazioni (relative alla presa di una decisione), piuttosto che considerare tutte le opzioni, può effettivamente portare a una scelta più accurata (eliminando, di conseguenza, gran parte dei bias cognitivi di cui l'essere umano è succube per natura).

Attraverso una maggiore ricerca e raffinatezza, si è giunti alla conclusione che a volte gli individui considerano razionalmente, logicamente, sistematicamente, volutamente e verbalmente i problemi. Altre volte invece gli individui considerano le questioni in modo intuitivo, senza sforzo, a livello generale ed emotivamente. Da questo punto di vista le euristiche sono parte di un più ampio sistema di elaborazione dell'esperienza che spesso è adattabile, ma anche vulnerabile a errori in situazioni che richiedono un'analisi molto più logica.

Dunque, le euristiche si riferiscono a delle scorciatoie cognitive o regole approssimative che il cervello utilizza per semplificare il processo decisionale e risolvere i problemi in modo rapido ed efficiente. Le euristiche sono strategie mentali che consentono di prendere decisioni rapide basandosi su informazioni limitate o su schemi predefiniti. Tuttavia, possono portare a distorsioni cognitive o ad errori sistematici (bias).


Di seguito alcune delle euristiche più comuni:

  1. Euristica della disponibilità: tende a dare maggior peso alle informazioni o agli eventi che vengono richiamati più facilmente o che sono più vividi nella mente. Ad esempio, si è inclini a sovrastimare la probabilità di eventi che sono facilmente richiamabili dalla memoria. È particolarmente utilizzata nella formazione delle previsioni ed è la chiave del ragionamento induttivo. L'individuo campiona la propria memoria e utilizza le informazioni recuperate come un indice di frequenza. Il che è soggetto a diversi tipi di bias
  2. Euristica della simulazione: è una variante dell'euristica della disponibilità e consiste, a seguito di un evento negativo, nell'immaginare scenari alternativi che avrebbero potuto evitarlo. Tale simulazione carica emotivamente colui che fa la previsione modificando la percezione e il ricordo dell'evento
  3. Euristica della rappresentatività: tende a valutare la probabilità di un evento in base a quanto si adatta a uno schema o a un prototipo mentale preesistente
  4. Euristica dell'ancoraggio e aggiustamento: tende a fare stime basandosi su un valore iniziale di riferimento (ancoraggio) per poi apportare dei lievi aggiustamenti in base alle informazioni aggiuntive
  5. Euristica affettiva: i giudizi e le decisioni sono prese a partire dalle emozioni suscitate dal problema e dalle modalità con cui lo stesso è posto. In questo caso si è in presenza di un processo di sostituzione di cosa si pensa con cosa si prova. Ciò impatta soprattutto sulla percezione delle componenti di rischio di una situazione e di un insieme di scelte, sapendo che l'individuo è in genere avverso al rischio (ossia quando la sue preferenze lo spingono a scegliere di restare nella situazione in cui si trova, piuttosto che compiere un'azione il cui risultato dipende da un elemento aleatorio)
  6. Euristica dell'affidabilità: tende a far compiere giudizi basati sulla facilità con cui si può evocare o generare esempi o informazioni pertinenti, ovvero, se si deve dare una stima di probabilità di un evento, essa è sistematicamente influenzata da un termine di paragone. Questo tipo di euristica descrive la comune tendenza umana a fare troppo affidamento sulle prime informazioni che si trovano quando si cerca di prendere una decisione. Dunque l'individuo sembra utilizzare ogni informazione resa intenzionalmente disponibile nel processo della presa delle decisioni, secondo strategie di riduzione della distanza (mediazione) da quanto comunicatogli, anche se oggettivamente non pertinente con il problema
L'eurisma è lo schema mentale, tipico nell'individuo, che impedisce il corretto svolgimento del procedimento euristico. Comporta una sorta di ancoraggio a ciò che appare più visibile, impedendo di leggere più in profondità e attivare la parte creativa e intuitiva della mente.
Dunque è importante essere consapevoli dell'influenza delle euristiche sulle decisioni e considerare attentamente le informazioni disponibili per evitare di cadere in trappole cognitive.
Le euristiche possono contribuire alla formazione dei bias cognitivi.

Infatti, per come sono state definite, le euristiche operano con regole approssimative e semplificazioni e quindi possono portare a distorsioni cognitive e ad errori di valutazione.

I bias cognitivi, d'altra parte, sono errori sistematici che si verificano nel processo di elaborazione delle informazioni. Sono il risultato di schemi di pensiero predefiniti e tendenze cognitive che possono influenzare negativamente il modo in cui si percepisce, si ricorda e si valutano le informazioni.

Quindi, mentre le euristiche possono essere utilizzate come strumenti per prendere decisioni rapide, i bias cognitivi rappresentano errori o distorsioni nel modo in cui si utilizzano queste strategie. I bias cognitivi possono essere visti come una conseguenza delle semplificazioni e delle regole approssimative utilizzate dalle euristiche.

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